In Russia dopo l’URSS by Giacinto Maddalena

In Russia dopo l’URSS by Giacinto Maddalena

autore:Giacinto Maddalena [Maddalena, Giacinto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Booksprint
pubblicato: 2021-05-06T22:00:00+00:00


Se la vodka disturba il tuo lavoro,

smetti di lavorare

Nel mese di novembre del 1994, l’Italtel doveva inaugurare a Mosca il centro di formazione denominato MosItaltel Training, frutto di una joint venture tra l’Italtel stessa e l’Università Tecnologica di Mosca. Quel centro doveva servire per l’addestramento di tecnici e clienti sulle centrali di commutazione, trasmissione e GSM dell’Italtel.

In un primo momento era previsto che tale centro sorgesse a San Pietroburgo, ma si scelse Mosca per questioni logistiche: tutti i voli provenienti dalle varie regioni della Russia e dall’Uzbekistan atterravano lì. Per l’evento erano stati invitati numerosi clienti provenienti da tutto il Paese.

Era un’occasione d’oro per conoscere numerosi capi d’azienda e persone con le quali avrei dovuto interagire. Inoltre, la costituzione del centro mi sembrava ottimale per ospitare interventi formativi per i dipendenti, anche in funzione del processo di “russificazione” che dovevo portare avanti.

Gli invitati esterni erano una sessantina, mentre una ventina erano di Italtel. Ci organizzammo con un importante numero di interpreti. Io mi affiancai a Irina.

L’appuntamento era per le 20:00 in un tipico ristorante russo nel quartiere centrale di Arbat, a Mosca.

Chiesi a Irina qualche consiglio su come comportarmi durante la cena.

«Gentilezza, cortesia e vicinanza emotiva con tutti» mi disse.

Mi sembrò facile.

Poi però mi mise in guardia: «Sei abituato a bere vodka per ore?»

Sì, mi chiese proprio quello. Perché quella era la caratteristica principale della tradizionale cena russa. Era la loro maniera di mostrare rispetto, apprezzamento e cordialità.

Vedendomi basito, Irina continuò: «Ascolta, la cena si svolgerà all’incirca così: tutti intorno a un tavolo, con i bicchieri davanti, bottiglie di vodka aperte e sempre piene. A giro, ognuno farà un tost.»

«Un?» dissi rimanendo quasi stranito.

Premurosamente Irina mi rispose: «Un tost, un brindisi! E poi pronuncerà un discorso alla fine del quale tutti i commensali, d’un sol sorso, dovranno bere il bicchiere di vodka. Finito il primo oratore, dieci minuti per mangiare qualcosa, poi si alzerà il commensale a fianco e lancerà un nuovo brindisi. Il giro durerà fino a quando ognuno non sarà caduto a terra ubriaco.»

«A terra?» ero sbiancato.

«Sì, tutti… come birilli…» mi rispose.

Non sapevo che dire.

«Ma non preoccuparti» continuò Irina «ci sarà un gruppo di autisti, loro non berranno. Ognuno di loro, sobrio, accompagnerà in albergo l’ospite assegnatogli.»

«Magra consolazione» dissi io «Il problema è anche ciò che potrei dire o fare se sono sbronzo…»

Irina mi notò preoccupato, così mi disse che lei avrebbe trovato il modo di non farmi cadere in brutte figure…

Mi viene in mente la parola vodà, acqua in russo, da cui deriva la parola vodka: il vezzeggiativo che, in maniera ironica, indica come “acquetta” la potente bevanda alcolica.

Ma la vodka in Russia ha un significato diverso: è parte della cultura, passata e presente, del più grande Paese del mondo. Appena si entra in un qualunque supermercato o negozio di alimentari, la vodka occupa intere file di scaffali, con le bottiglie dalle forme più strane, dai nomi più incredibili e dalle etichette più sobrie o bizzarre, a seconda della provenienza. Vodka liscia, vodka al miele, vodka alle



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